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mercoledì 16 luglio 2014

Pieces




"Mettimi giù! Mettimi giù Kevin!"
"Col cavolo..." 

    Continuavo a sbraetare ed agitarmi mentre mi metteva in spalla come un sacco di patate allontanandomi dal bancone e dall'ennesimo drink.

"Stai zitta Zoey. Ho detto basta, adesso andiamo a casa!"

    Forse è una delle pochissime persone che riesce davvero con un "stai zitta" a farmi ammutolire, perché so che, quando lo fa, è veramente arrabbiato. 
Arrivati a casa, mi aveva piazzato sotto la doccia aprendo a manetta l'acqua gelida. Ero rimasta di pietra con le mani aperte e un'espressione tra lo sconvolta e l'arrabbiata. 

"Era proprio necessario?"

    Avevo detto con i capelli appiccicati alla faccia come i vestiti che, essendo chiari, stavano diventando a poco a poco trasparenti.

"Effettivamente no, ma non potevo perdermi questo spettacolo."

   La faccia da schiaffi di lui mi aveva fatto pensare al peggio e infatti...l'acqua gelida stava facendo il suo lavoro con il seno e i capezzoli, per non parlare della maglia e gli short chiari che mostravano a tratti la pelle nuda sotto. Ero arrossita di colpo mentre mi ero coperta cercando uno shampoo con la mano libera da lanciargli.

"S-Scemo!"

    Gli avevo urlato contro ridendo. Aveva scansato agilmente il contenitore (è sempre stato lui quello atletico tra i due) ridendo come un pazzo uscendo dal bagno. Ma la ilarità che, quella situazione, aveva tirato fuori aveva avuto vita breve. Subito dopo che non avevo il viso di Kevin di fronte a me, la tristezza e la rabbia per quello che era appena successo, avevano bussato di nuovo alla porta delle mie emozioni. Mi ero accasciata per terra sotto l'acqua fredda, immobile. Tremavo ma non me ne fregava niente. 
Il cigolio del rubinetto che si chiudeva e il flusso d'acqua che stava terminando, mi aveva fatto alzare il viso. Era tornato indietro con un asciugamano con cui mi ricopriva totalmente e mi portava verso di lui in un abbraccio. 

"Hai fatto un gran casino in quel club."
"Lo so."
"Dovresti chiedere scusa alla tua collega per come ti sei comportata."
"Lo so."
"Ora mi dici che cavolo è successo oggi?"

Ero scoppiata a piangere cercando il petto di Kevin per nascondere il viso nella sua maglia. 

"Mi ha lasciato... Non ha nemmeno provato a chiedermi scusa. Ha solo trovato giustificazioni stupide, mi ha detto che 'mi aveva voluto bene'... Ora capisco perché era sparito. Non ha mai provato veramente nulla per me. Ero un semplice divertimento, non ero..niente."
"..."

    Eravamo rimasti immobili e in silenzio per non so quanto tempo. So che ascoltavo solo il cuore e il respiro di Kevin che rimbombavano nella cassa toracica e che riusciva a donarmi quella calma e pace di cui avevo bisogno.

"Grazie." avevo sussurrato.
"Nessuno può farti piangere Zoey."

Mi aveva stretto più forte per le spalle appoggiando il mento sulla nuca a lungo. 

"Ti preparo qualcosa da mangiare, devi andare a lavorare giusto? Fatti una doccia calda e poi, quando ti sarai calmata, mi spiegherai tutto per bene, ok?"

Un ragazzo d'oro.
Dietro quella facciata da sbruffoncello che ti fa venire voglia di prenderlo a schiaffi, c'è sempre stato un cuore d'oro grosso come una casa. Ed è per questo che gli ho sempre voluto bene più di chiunque altro.