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lunedì 30 marzo 2015

Lame

"Tu hai fatto cosa?!"

Tornata su Corona dal viaggio su Safeport la rossa non avrebbe mai retto la frottola che gli aveva propinato per non farlo preoccupare troppo a lungo.

"Sono stata su Safeport, sono andata a ..."

Aveva semplicemente alzato una mano mentre sua moglie gli leggeva la morte negli occhi, ogni minima sfumatura dei suoi sentimenti li poteva chiaramente percepire da quel silenzio assordante che le perforava il cuore. 
Si erano riempite le turchesi di lacrime mentre lui era andato a chiudersi nel suo studio e lei si era ritrovata sola con il figlio in cucina a terminare un pasto che non voleva andare giù nemmeno con un bicchiere di vino.
Nel buio della camera matrimoniale era rimasta per ore ad aspettare sveglia che quella dannata porta si aprisse. Aveva continuato ad aspettare anche per i giorni successivi, senza alcun risultato.

"Invisibile.
Sono semplicemente diventata un fantasma per Henner. So che non avrei dovuto mentirgli, ma non volevo preoccuparlo nè avrei potuto evitare di andare laggiù, stavano morendo troppe persone...troppe.
Lo osservo di nascosto giocare con Kevin in giardino, cercando di prendere il riflesso del suo sorriso. Mi manca, mi manca terribilmente nonostante sia così vicino è ancora più distante di quando ero dall'altra parte del Verse.
Per la prima volta, da che ci siamo messi assieme, sono terrorizzata all'idea di avere una vita senza di lui, distante dal suo amore.
Che cosa ho fatto...."

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"Se tuo marito ha fatto così, scusami, ma è uno scemo...dovrebbe ringraziare che sei tornata viva.""Non capisci, gli ho mentito. Ho tradito la sua fiducia e di questo non posso biasimarlo..." 

lunedì 23 marzo 2015

Violence


Erano poche le volte che, come una famiglia, potevano mangiare tutti insieme. 
Sorrideva la piccola rossa guardando papà e mamma che sembravano tesi.

"Dove sei stata questa notte?"
"A lavorare...""A lavorare..." aveva ripetuto l'uomo visibilmente furioso. 


Il fracasso dei piatti che si rompevano,

"Non prendermi per il culo Eva, ti ho seguito stanotte. Lo so che ti sei visto con..con.."
"Mi stai facendo male!"

 le urla di Eva mentre la sbatteva contro la parete tenendola ferma per le braccia

"Basta bugie! Da quanto va avanti?!"
"13 anni..."

le suppliche di Zoey che, dando dei pugni sulla
 schiena del padre, cerca di proteggere sua madre.

"Lascia stare la mamma!"

L'uomo si era fermato come se avesse collegato improvvisamente tutto. Si era voltato guardando la ragazzina ancora tremante e dandole un ceffone che le aveva fatto sbattere la testa contro il muro perdendo conoscenza. 
Si era svegliata poche ore più tardi con un mal di testa atroce. Suo padre al lato del letto che le teneva la mano.

"Che...?"
"Hai sbattuto la testa."

Si era messo chinato su di lei dandogli alcuni baci sulla testa, baci gentili che erano un'infinità, dolci che erano scesi sulle guance sino a diventare strani mentre ne cercava le labbra. 
E, come se fosse scattato qualcosa nel cervello di quell'uomo, come un interruttore, così le attenzioni affettuose verso la figlia erano diventate morbose, possessive, malsane. Aveva provato a ribellarsi venendo sopraffatta dalla sua forza, non era riuscita nemmeno a gridare sconvolta, semplicemente aveva continuato a piangere guardando la crepa sul soffitto, cercando di non concentrarsi su quel dolore che le stava bruciando l'anima, rubando la sua infanzia e svuotando la sua essenza. 
Quando se n'era andato, l'aveva lasciata lì nel suo letto come una marionetta, immobile per le successive ore.  



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Il lupo stava partendo all'attacco, era stato istintivo mettersi a muro ordinando a Feng di proteggere entrambi. Era stata fermata in tempo, prima che si scannassero davanti ai suoi occhi. 
Cuore in gola, braccia e gambe tremanti, occhi spalancati che avrebbero voglia solo di piangere.
Dima Demidov ha desistito dal pestare l'uomo che ha accettato il suo caffè con il volto scoperto, l'uomo che ha difeso senza nemmeno conoscerne il nome.

"Sei talmente tanto buona Yunchang, che sembri un'ingenua."
"Probabile, per questo sono qui."

Aveva continuato a fare la forte anche se il terrore l'assale. 
E' in un mondo straniero dove la brutalità e la violenza sono all'ordine del giorno, dove le leggi dell' Alleanza non vengono prese in considerazione e il caos regna sovrano. Solo una volta dentro la sua cabina era scoppiata a piangere con Feng che tentava di leccarle la mano per consolarla. 
Il Cpad era trillato poco dopo.

"Ciao..."
"Amore...ma...stai piangendo?"

L'aveva capito solo sentendo la voce. Aveva tirato su dal naso un paio di volte mordendosi le labbra cercando di non scoppiare di nuovo.

"Mi mancate troppo."
"Torna a casa e manda qualcun altro su Clackline, sei il CEO no? Puoi farlo..."
"Non posso farlo, non questa volta."
"... Zoey...che cosa mi stai nascondendo?"

Lui sapeva.

Sapeva che c'era molto di più di "problemi di comunicazione" e "un viaggio distante e noioso" dietro a tutta quella situazione che la stava tenendo lontana da Corona troppo tempo. 

"Nulla."

Aveva sospirato dall'altra parte l'uomo.

"Va bene, quando sarai pronta a dirmelo sarò qui."
"Ti amo..."

La conversazione si era chiusa e, mentre passavano alcuni membri della squadra nel corridoio interno della Solar Wind, i passi metallici si confondevano con le loro parole.

"Hai sentito che cosa hanno detto i soldati? Nella notte una divisione dell'Esercito Indipendentista ha sfollato circa 150 abitanti della baraccata. Sembra che abbiano sparso parecchio sangue[...]"

Appoggiando la schiena alla porta era scivolata sino ad appoggiare il sedere per terra ed abbandonarsi a se stessa.


giovedì 19 marzo 2015

Choice


Nell' holomonitor l'uomo sta tenendo in braccio un bambino e lo sta tenendo occupato con un sonaglietto. Cerca di sorridere la donna che, si vede chiaramente, è ancora al lavoro.

"Ha iniziato a sillabare sai? Stava gorgheggiando oggi" dice con orgoglio coccolandogli la testa.
"Ah si? Eh ma lo sapevo che il nostro ometto è troppo avanti."
"Sto aspettando questo weekend che torni a casa per fare la sfida se dirà prima papà o mamma."

Il sorriso della donna si spegne e si morde con forza le labbra mentre abbassa gli occhi. 

"Amore..."
"Che cosa succede?"

Non sa come dirglielo del viaggio di New Melbourne che la terrà più del solito distante da loro vista solo la distanza. 

"Ho un incontro con il ministro Castillo questo Venerdì e..."
"Ho capito." serra la mascella Henner che abbassa lo sguardo su Kevin che abbraccia di più.
"Mi dispiace è, importante."
"Si, l'ho capito..."
"Ha perso suo figlio, la situazione politica è instabile. Abbiamo lavorato così duramente con miss Clarke per far stanziare i fondi, sto cercando di aiutarli a riprendersi economicamente e..."

L'aveva interrotta alzando una mano serio.

"Una volta mi avevi detto che se io avessi dovuto scegliere tra il mio lavoro e voi, avrei scelto il mio lavoro. Io ho deciso che per me voi siete più importanti. Ora ti sto chiedendo: tu...cosa sceglierai?"

Suono di un campanello che si sente in lontananza.

"E' arrivato il cibo d'asporto. Ti devo salutare, ti amo."

Monitor che si spegne, lei che resta con gli occhi lucidi a guardare la schermata con la foto di suo figlio e suo marito. Si bacia la mano prima di allungarla verso i loro visi sorridenti.
Cuore spezzato a metà per le parole che le ha rivolto ma si risveglia dal suo torpore quando Mary, la segretaria, bussa due volte e le ricorda che il volo privato per New Melbourne è pronto. 

"Arrivo."

"Non ho ancora compreso se il ministro Castillo mi creda pazza, o solamente è rimasto doppiamente ferito per ciò che gli ho detto su sua figlia, ma quell'uomo non ha fiducia in me e credo sarebbe stato peggio se avesse scoperto molto più tardi che sapevamo di sua figlia.
Dovrò parlare con gli sceriffi locali e mettere le risorse a disposizione, non mi stupirei se avessero degli agganci all'interno e non svolgessero le indagini come dovrebbero, di fatto ho bisogno di quella stupida jeep come anche di far pedinare Rose.
...
Sono stanca.
Mi manca Lee, mi manca Gray, ma soprattutto mi manca stare con mio marito e con mio figlio come prima, come la famiglia che eravamo e che sempre dovremmo essere. Ho sempre avuto paura che lui ci avrebbe messo in secondo piano e solo ora mi rendo conto che quella che sta facendo più fatica di tutti a lasciare perdere molte cose, sono io.
Sto cambiando anche se non voglio perchè, l'ultima cosa che desidero, è perdere la mia famiglia."

giovedì 12 marzo 2015

Bad mom

L'urlo nella notte la fece svegliare di soprassalto.

"Che è successo?"

Cercava di tranquillizzarlo abbracciandogli la testa e dandogli alcuni baci cercando di fargli capire che era solo un incubo, che stavano tutti bene, ma non sembrava volesse ascoltare ragioni. 
Si era alzato l'uomo per andare nella camera del figlio solo per sentirlo respirare.
L'aveva preso in braccio e l'aveva stretto forte a sè.

"Non posso lasciarlo solo...non..."

La rossa aveva capito si era avvicinata a suo marito donando un bacio sulla fronte del figlio ed uno sulle labbra di suo marito. Avevano rimesso assieme il piccolo a dormire che, sonno disturbato apparentemente senza ragione, non sembrava che si fosse offeso più di tanto.
Si erano messi a parlare a letto, aveva ascoltato attentamente le sue parole.

"Che cosa c'è che ti turba, tesoro?" 
"Non voglio che domani possa succedermi qualcosa e lasciarlo solo, lasciarvi soli. Domani chiederò il trasferimento per Corona. Semplice lavoro d'ufficio, basta missioni, basta mesi in ospedale..."

L'aveva abbracciato più forte ed era rimasta in silenzio. Il senso di orgoglio e stima nei suoi confronti si stava mischiando ad altri più dolorosi e forti: senso di colpa e di abbandono. Sapeva che la sua decisione avrebbe separato da lei per buona parte della settimana i suoi più grandi amori: suo marito e suo figlio ma, come al solito, aveva alzato lo sguardo sorridendo e non aveva detto niente.

"Sei un padre meraviglioso, lo sai?" aveva semplicemente risposto. "Ti sosterrò qualsiasi decisione prenderai."


"Gray è partito. Non ce l'ho fatta ad andare allo spazioporto a salutarlo. In più sapevo che aveva già la scorta per questa missione. In più oggi Henner è tornato a casa presto. 
Sembra sia rinato!
Alla base gli hanno accettato il trasferimento su Corona e il lavoro d'ufficio. Non lo vedevo così felice dal giorno del nostro matrimonio.
Li osservavo mentre stavano giocando in giardino in una delle rare giornate di Sole di Capital City, da quanto non li sentivo ridere così...
Quando mi ha chiesto che cosa ne pensassi non ho avuto il coraggio di dirgli di aspettare che anch'io potessi chiedere un trasferimento su Corona, era troppo entusiasta.
Cosa sarà fare avanti e indietro per un po'? Magari farò inventare da qualcuno degli ingegneri un teletrasporto così tutte le sere potrò tornare a casa e godermi mio marito e mio figlio come sempre.
Di certo la casa ora come ora sarà troppo grande.
Ho sentito zia Milena. Lo zio è andato in pensione e hanno pensato di trasferirsi anche loro in modo da aiutarmi con Kevin, tenere sott'occhio Henner (anche se non ce n'è affatto bisogno) e godersi il suo nipotino.
Ho sempre temuto che, prima o poi, sarebbe stato Henner a farsi assorbire così tanto dal lavoro che avrebbe iniziato a trascurare la sua famiglia e solo ora mi rendo conto che lui è sempre stato cento volte migliore di me perchè ha una qualità unica: l'umiltà di imparare a migliorarsi.
Ed ora mi domando se non sia io la pessima madre e moglie in questo caso [...]"

domenica 8 marzo 2015

Compass


"Sta facendo un ottimo lavoro Sebastian."
"..."
"E' veramente un valido elemento, peccato che abbia deciso di fare solo lo sceriffo."
"..."
"Mi stai ascoltando Zoey?"
"Si, certo."
"Non stai commentando. Devo preoccuparmi? Avete litigato?"
"No."

Aveva abbassato il capo riponendo il diario nel cassetto del comodino.

"Sono passati diversi mesi dalla partenza di Lee e, praticamente, a parte una volta, non ci siamo più visti con Gray. Fa troppo male.
Siamo sempre stati in tre: io, lui e Lee e ora, ogni volta che ci incontriamo, è come se fosse più evidente quella mancanza.
Oltretutto non so quanto resisterà. Glielo leggo nelle rughe sotto gli occhi, nelle notti che sta passando insonni, nella barba sfatta come il sorriso tirato. Le manca e molto di più di quanto manchi a me. Da una parte mi domando come abbia fatto sin'ora. Fossi stata al suo posto, probabilmente, le sarei corsa dietro dal primo istante. [...]"

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    Il piccoletto è in braccio allo "zio" mentre i grandi stanno facendo le loro conversazioni. Osserva attentamente con i suoi occhioni celesti quello che succede intorno a lui e, come se percepisse la tristezza che aleggia nell'aria, cerca in tutti i modi di distrarre la mamma che sta trattenendo le lacrime.

"Ti manca troppo, vero?"
"Sai sempre tutto tu?"
"No."

    Scoppiare a piangere stringendolo forte a sè è una naturale conseguenza. Le lacrime sembrano infinite come se si fossero riversate quelle per lei e lui tutte in un unico momento. 
Per quanto si fosse preparata a quel giorno dalla partenza della giornalista, non sembra minimamente in grado di sopportare quel colpo allo stomaco e quel senso di vuoto.
Ritorna solo diverse ore più tardi a casa, più per Kevin che per se stessa, sarebbe stata capace di parlare per una notte intera come i vecchi tempi, ma non se lo possono più permettere. 
Al polso un nuovo bracciale finemente lavorato con una scritta: do what you love.
Sono finiti i tempi delle nottate a vedere holofilm trash a orari indecenti mangiando cibo spazzatura, andando per locali per "svagarsi un po'", i balli lenti al Bolden Sax e le lotte tra cani e gatto in quella casa troppo piccola per tutti quanti.

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Finisce di scrivere qualcosa su un pezzo di carta che profuma di vecchio, lo infila in una busta e sigilla tutto appoggiandolo sopra un pacchetto chiuso, infine scivola dentro il letto e abbraccia suo marito più forte del solito.

"Va tutto bene?"
"..."
"Ha deciso di andarla a cercare, vero?"
"Si."
"Hai bisogno di riposare amore."
"Lo so. Henner? Puoi abbracciarmi per tutta la notte per favore?"

Si fa piccola piccola la donna sotto la protezione delle braccia di suo marito che l'avvolge donandole un bacio sulla testa prima di spegnere la luce.


La luna piena filtra attraverso la finestra sul pacchetto dalla carta luccicante, dentro una piccola bussola antica della terra-che-fu comprata a un prezzo esorbitante. Nella busta, che profuma di vecchio, una foto di Sebastian, Lee e Zoey la prima foto che avevano scattato assieme.



Così non avete scuse che avete perso la strada.


"Ciao Lee,  
    se leggerai questa lettera, significa che Gray ti ha finalmente trovato. Sapevo che ce l'avrebbe fatta, lo sai com'è fatto... è un mastino.
Gli ho fatto promettere che ci verrete a trovare su Corona ogni volta che potrete e si, Corona.
Henner presto si farà trasferire lì per stare più tranquillo e Kevin lo seguirà, io...beh. Io per ora farò avanti e indietro ma saprete sempre dove trovarmi.
Prenditi cura di Gray perchè lui, lo sai, si trascura e porta Summer quando verrete a trovarci.
Sarò felice di conoscerla e di farti conoscere Kevin. Adora l'hololibro che gli hai regalato, tutte le sere non ci fa dormire se non gliene leggiamo almeno un paio.
Un'altra cosa.
Sono sicura che sei una mamma speciale, magari non la classica che lavora a maglia e sforna le torte per la colazione, ma ora so che una buona mamma è una che sa amare veramente e tu ci hai sempre amati. Hai sempre amato tutti. 
I love you and I miss you
Un bacio.
Zoey"

mercoledì 18 febbraio 2015

Kevin Isaac


"[...] Per Kevin ci sono dei biscotti che porto dal ranch [...]"
"Non sapevo che cosa gli potesse star bene, così ho comprato un po' di tutto [...]"


"Me lo stanno viziando...letteralmente.
Da Gabrielle che, anche se non ha ancora i denti, gli ha comprato dei dolci dal ranch, a miss Clarke che, nella nostra ultima visita, mi ha riempito di vestiti costosissimi che nemmeno io mi permetto di comprarmi, figuriamoci a lui che tra un mese non gli andrà più niente!"



Un orsetto si agita tra le lenzuola bianche dei genitori. Controlla di tanto in tanto la mamma per essere certa che non cada giù dal letto. 

"Faccia da schiaffi. Si, si... ce l'ho con te."

Gli fa una linguaccia proprio mentre entra suo marito nella camera.

"Ti metti a bisticciare con nostro figlio ancora prima che sappia parlare?"
Domanda divertito cercandone le labbra con un sorriso dolce in viso. 

"E' lui che provoca con quella faccetta. Guarda quanta roba gli hanno comprato!"
"A proposito di regali...prometti che non andrai in escandescenza?"
"Mh?"

Mostra il regalo di Megan: una divisa in miniatura della flotta e guarda Henner alzando un sopracciglio.

"Keira?"
"No, Megan..."
"Ah. Beh, non è tempo di carnevale?"

Sorride ironica. Non metterà mai qualcosa del genere a suo figlio, perchè l'ultima cosa che spera per lui è di fargli vivere l'orrore di una guerra, e Henner sa bene che cosa voglia dire. Si concentra, invece, su tutti i vestitini di Julia e scuote la testa.

"Con la questione di New Melbourne e le visite che faccio spesso a miss Clarke, me lo sta letteralmente viziando, e guardalo come gongola!"

L'abbraccia dandole un bacio nei capelli rassicurandola mentre fa una smorfia da bimba capricciosa.

"Mi stai diventando gelosa?"
"Un pochetto..."
ride "naaa... mi fa piacere."

Socchiude gli occhi lasciandosi andare tra le braccia del marito per un momento anche se la sua mente resta alla conversazione avuta poche ore prima con la Yiji e miss Cohen.

"E' probabile che dovrò tornare su New Melbourne per vedere di persona le aziende che mi sembrano più adatte."
"..."
"Andrò con una guardia del corpo come minimo."
"..."

Alza lo sguardo verso di lui accarezzandogli la guancia e sorridendogli. Ha serrato la mascella, l'aveva capito ancora prima di vederlo in faccia, ma cerca di assicurarlo coccolandolo con il pollice.

"Promettimi che tornerai."
"Lo prometto."
"E che star..."

Lo interrompe appoggiando un dito sulle sue labbra.

"Ho detto che lo prometto." ribadisce con un tono deciso ma dolce. "Henner?"

"Si?"
"Ti amo."

"Guardo giocare Henner con Kevin, sono felice, non sono mai stata così felice in tutta la mia vita, ma non posso abbandonare New Melbourne, non soprattutto dopo le ultime notizie e direttive del CdA.
Forse vi è il modo per farsi spazio, in punta di piedi, con estrema delicatezza, ma devo stare attenta.
Ho promesso di tornare, che non mi sarebbe successo niente, ma dopo gli ultimi avvenimenti sul pianeta e le notizie che continuo a seguire con attenzione, sono davvero molto scettica che non succederà proprio niente.
Sono pronta al peggio ma, probabilmente, è per questo che il dottor Stone mi ha lasciato la direzione della Blue Sun: perchè sapeva che avrei continuato quello che lui ha iniziato, e lo avrei portato a termine."

venerdì 13 febbraio 2015

Cautiousness



"Kevin è nato, prima di quanto avevamo previsto ma si vedeva che aveva decisamente voglia di scoprire il mondo. Lo so che sono di parte ma credo di non aver mai conosciuto creatura più perfetta di lui, piccolo ed indifeso, morbido come una piuma e che profuma in una maniera incredibile.
Henner è bellissimo con lui. Mi faceva morire come l'ha tenuto la prima volta che l'ha preso in braccio. Sembrava che stesse trasportando un ordigno esplosivo da una parte all'altra. Ma si vedevano chiaramente le lacrime ai lati dei suoi occhi."

    Sente Henner respirare pesantemente e muoversi appena, si allarma la donna visto che il bambino si è addormentato con la pancia in giù sopra il petto del padre cullato dal suo stesso alzare e discendere del diaframma e il battito del cuore forte del padre. Si rilassa solo quando è certa che nessuno dei due si sia svegliato e riprende a scrivere.

"Ha ragione Miss Cohen quando dice che sono estremamente vulnerabile da che sono diventata CEO e mamma, ma non ho intenzione di vivere nella paura come, allo stesso tempo, non voglio rischiare di metterla a repentaglio per niente. Ho troppo da perdere questa volta.
Sto pensando di assumere Emile Rousseau come mia guardia del corpo, ma ancora ho bisogno di comprendere dove possa arrivare la sua lealtà nei miei confronti, per questo mi affiderò alla Cohen per il profilo psicologico.
Mi piace quella donna, e questo mi spaventa. So bene quanto devo stare attenta a chiunque. Mi basta pensare a Dima Demidov e a quanto la flotta abbia cresciuto in seno un terrorista spietato. Ricordo ancora la rabbia di Henner quando lo scoprirono, non solo per le idee politiche che avesse, che sono pur sempre una questione personale, ma perchè si sentiva vicino a lui più che a chiunque altro compagno dell'epoca. Si era sentito tradito come non mai ed io so che non posso più permettermi di dare fiducia come una volta. Dovrò sempre camminare in punta di piedi in un pavimento pieno di pezzi di vetro pronti a tagliarmi e ferirmi, lo DEVO fare... 
Per me.
Per Henner
Per Kevin."