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mercoledì 29 ottobre 2014

Lontananza

Un bacio sulla guancia
Sorridere voltandosi lentamente
Aprire gli occhi per poi riconoscere quelli che ti stanno guardando

"Come stai principessina?"

    Già...sono su Eleria. Sono passati alcuni giorni da che ho lasciato Henner allo spazioporto di Horyzon. Nessuno dei due voleva sciogliere l'abbraccio eppure stavo andando dai miei zii, mica in guerra a morire.

"Tutto bene?""
Si..cioè...no."
"Che hai? Non sei mai stata così giù di morale quando venivi qui."
"Lo so, vi voglio bene ma..."
mi ero morsa le labbra
"Ti manca così tanto? E' passata solo una settimana che sei arrivata."
"Sarebbe così grave se mi mancasse tanto? Non mi fraintendere tu e lo zio siete sempre stati presenti nella mia vita per quanto possibile e io vi adoro però..."
"Lui è diventato la tua famiglia. Lo comprendo meglio di chiunque altro, credimi..."

è diventato la tua famiglia

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"[---]con te non soffro, riesco a non vederti come una...cosa, da utilizzare e mettere da parte, sei mia sorella, la mia più grande amica, [...]" 
"[...] Voglio solo essere tuo padre, se me lo permetterai [...]"

 Mio fratello.
Mio padre.

   E' stato in quel momento che ho compreso quanto abbia perso in un solo istante e quanto ciò abbia significato per me attaccarmi ancora di più a Henner che ora è diventato:

Mio amico.
Mio amante.
Mio fratello.
Mio padre.
Mio complice
Mio confidente 
Mio consigliere

Sto imparando a dare valore alla totale sincerità, come alla verità.

"[...] Abbiamo ulteriori prove, non potranno scamparla."

    Eppure, in tutto questo, non riesco a non volergli bene, a non essere preoccupata per loro e a domandarmi come stiano o se li rivedrò.

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Avevo annuito sospirando.

"E'....strano. Ogni volta che sono venuta qui mi sono sempre sentita protetta, amata, totalmente a mio agio. Adesso, è come se mancasse qualcosa di fondamentale. Mi sento un pesce fuor d'acqua, spiazzata. Come se mi fosse stato tolto un piede e il mio equilibrio vacillasse per questa ragione. E' diventato l'unica persona che voglio accanto, non è importante se per condividere piccole o grandi cose. Desidero solo vivere con lui."

Mi aveva abbracciato forte con le lacrime agli occhi.

"Non avremmo potuto essere felici per te per un uomo di minor valore. Non saremmo stati capaci di vederti accanto a un altro che non sia Kevin, se non fossi innamorata così."

Mi aveva stampato uno dei suoi baci in fronte e era andata a prendermi la valigia.

"Ma che fai??" 
"La tua valigia. Hai un marito che ti aspetta a casa." 
"Ma zia...non ci siamo ancora sposati." 
"Ufficialmente no. Nel tuo cuore credo che sia tuo marito da tempo."

    E mi sento una ragazzina come non lo sono mai stata a tornare di soppiatto su Horyzon prima del tempo, senza aver detto niente a nessuno, solo per fargli una sorpresa, baciarlo e dirgli che lo amo.


lunedì 20 ottobre 2014

Lies & Secrets



[...]prova a guardare nel tuo cuore e cerca la risposta: colpevole o innocente? Oppure non lo sai? Questo ti chiedo, puoi non rispondermi se non te la senti, lo accetterò comunque.[...]

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"Vogliamo che lo sappia da noi, perchè teniamo a te [...] Hall Point ha organizzato l'omicidio su commissione [...] sono tanti i nomi che sono usciti fuori, tra cui quello di Gustav Beauregard."

*E' tutta una menzogna, Lee e Gray vogliono solo fare lo scoop e hanno diffamato mezza Hall Point, non è la verità. Non hai letto i file dopo che hai hackerato il sistema.*
*Non mi mentirebbero mai su qualcosa simile, ben sapendo quanto mi farebbero male*.
*Ne sei sicura? Sin dove si può spingere la gente pur di ottenere ciò che vuole?*

Volevo piangere, urlare, prendere a pugni qualcosa.
Qualsiasi cosa. 
Invece sono rimasta muta, in silenzio, mentre cercavo di ricordarmi come si respirava. 

"[...] e mi raccomando. Nessuno deve sapere che sei coinvolta anche tu."

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[...] che prove hai che ciò che ti hanno detto è vero?

Perché sono state queste mani a violare i segreti che dovevano rimanere celati sotto il tappeto.

venerdì 17 ottobre 2014

War and Love



Una scia rossa in cielo

Zoey alza il naso all'insù curiosa

Il boato dell'esplosione

gli occhi si spalancano mentre il rumore assordante la fa vacillare, tentennare, sulle sue gambe

*non è vero*

I detriti iniziano a cadere intorno a lei portandosi con sé polvere e una nebbia velenosa

*non è successo veramente*

   Corre verso l'ingresso della torre sud mentre, intorno a lei, alcuni restano letteralmente schiacciati dalle macerie.Occhi pieni di lacrime mentre vive quegli istanti come a rallentatore. 
Entra dentro l'ingresso e con lei quell'aria tossica che le fa lacrimare gli occhi, le chiude la gola impedendole di gridare di non uscire da quel lato. Cerca di farsi comprendere a gesti, ma sono in molti che, nonostante gli sforzi, presi dalla frenesia, escono venendo investiti dalle macerie.

*è solo un brutto incubo*

    Si accasciano o tentano di scappare le persone attorno a lei che cerca di fare altrettanto uscendo da un vicolo secondario.Inspira a pieni polmoni l'aria fresca mentre il rumore dei clacson impazzano e, le grida della gente sono ancora ovattate. Cerca di entrare negli altoparlanti della torre per avvisare quale uscita sia più sicura.

Un altro boato, più vicino, più intenso.

Sta scrivendo Zoey quando vede un collega pietrificato guardare in alto.

*muoviti*

    Resta immobile l'uomo che viene buttato verso l'ingresso solo perchè la dottoressa lo spinge, con tutto il suo corpo, saltando su di lui.



Capital City (Horyzon 15.10.2516)


    Non ha avuto il tempo di tornare a casa, le operazioni si susseguono a ruota, alternandole con un'ora di sonno di tanto in tanto, ora che si tronca sempre prima per via degli incubi.

"Sai dov'è Lee?"
"No, non lo so. Non l'ho sentita."
*Henner dove cavolo sei?* 
"Se la senti avvisami"
"Va bene"
 
*ti prego rispondi a quel dannato cpad*

   Ha aiutato nell'evacuazione, ha visto dei colleghi rimasti uccisi direttamente dall'attacco, altri, supplicare di morire mentre agonizzavano. Non ha pianto, non ha battuto ciglio, li ha spostati o fatti spostare in base alla loro gravità, ha dato le direttive impeccabile e impassibile solo per mettersi a lavorare più tardi in ospedale per i casi più urgenti. 

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"il problema non è "non sbagliare", nessuno non sbaglia mai, siamo esseri umani. Non pretendo che tu sappia sempre fare la cosa giusta. Ma io non ho mai sentito uno scusami [...]Che cosa vuoi davvero da me?"
"... voglio essere tuo padre e voglio fare qualunque cosa per riuscirci, se vorrai ancora darmi una possibilità, ancora una, una soltanto... "
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    Ne ha persi molti sotto i ferri, troppi dissanguati, altri avevano ferite troppo gravi da dover ricevere un trapianto per poter avere qualche speranza. 
Più la stima dei morti gratuiti (uomini, donne, vecchi, bambini) aumentava, più cresceva quel senso di rabbia dentro di lei.

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"Vuoi davvero considerarmi come tuo padre ben sapendo che, se scoppiasse una guerra, saremo su due schieramenti differenti? Tu sei cresciuta con i principi dell'Alleanza, io ho combattuto per gli Indipendentisti, e lo farei di nuovo."
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*...e lo farei di nuovo...*
*è questo che hai provato tanti anni fa?*
*hai partecipato anche a questa guerra?*

    Ha tagliato, ha cucito e solo quando era arrivata al limite era tornata a casa per riposare un po' di più e riprendere la mattina seguente.

"Sto bene, sono alla base. Tu dove sei?"

*Sta bene....Zoey respira, sta bene...*
*è solo tutto inutile... l'odio genera solo odio.*

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L'acqua lava tutto: la sporcizia, il sangue, l'ansia, le sofferenze, le grida.
Si abbandona all'acqua calda iniziando a piangere in singhiozzi nervosi.

"Zoey... stai piangendo? " 
*taci e abbracciami*

    Appena lo vede apre la doccia gettandosi al collo per scoppiare a piangere ancora di più. Ha vissuto nella tensione e nel terrore di averlo perso per ore che sono sembrate infinite. Ha avuto paura di morire, l'ha scampata più volte per un soffio.

" ...sono qui... amore mio sono qui [...] Quando ho sentito che anche la Blue Sun è stata attaccata, ho temuto di perderti." 
*anche io* 
"sto bene, stai bene, stiamo bene... va tutto bene"

    Baciarsi come se fosse mancato l'ossigeno per troppo tempo, aver voglia di rimanere abbracciati il più a lungo possibile perchè, domani, non hai la più pallida idea se potrai vedere il suo viso, perchè è questa la consapevolezza che, violentemente, ha squarciato il suo animo.
Essere felici percependo solo la presenza dell'altra persona, godendo dell'amore e dolcezza reciproca senza che vi sia implicato il sesso. E' qualcosa che va ben oltre una semplice unione carnale, è...puro.

"sei...diverso.sei...diventato più sensibile. Devo ringraziare gli indipendentisti?"
"... per te questa è una situazione nuova... pensavo avessi bisogno di più di quello che normalmente riesco a darti."

    Stupirsi della capacità di entrare in sintonia con gli stati d'animo l'un dell'altro, percepirsi ancor prima di esprimersi a parole. E' un unione di animo e di mente, non più di pelle e sangue.

"Resti con me tutta stanotte vero? Ho paura di fare degli incubi."
"Resterò con te. Te lo prometto."
"Henner io..."
 
*voglio solo diventare tua moglie*

    Azzittirsi perchè non è il momento, perchè non si può essere così egoisti in un periodo di disperazione così generale. Non...può.

"Arrivo subito [...] potrebbe essere il lavoro"

    Vestirsi mentre si cerca di non pensare a niente ma è difficile quando la mente ti fa brutti scherzi presentandoti a random i visi di coloro che non ce l'hanno fatta. Troppi in un sol giorno.

"Zoey... potresti sederti un attimo? "

    Il terrore che possa essere successo qualcosa di grave, che vi siano altre notizie brutte da aggiungere alla lunga sequenza che pare non avere fine.

"...volevo dirti che oggi ho capito quanto tu sia veramente una parte di me, senza la quale non vorrei e non potrei vivere... sei la mia debolezza, e la mia forza.Ti ho aspettato per una vita, senza nemmeno rendermene conto... perchè solo da quando sei con me, sento di aver iniziato veramente a vivere... Zoey... vuoi rendermi l'uomo più felice di questo verse, accettando di sposarmi?"

    Lacrime che premono sul petto sino a farlo scoppiare, non riuscire a trovare le parole adatte per rispondere e, quindi, farsi guidare dall'istinto cercandone le labbra, una risposta universale.

"ho vissuto una vita con un cognome che non mi apparteneva, e ho trovato la mia famiglia in te.Quindi, si...si e ancora altre diecimila volte si."

    La mano che trema mentre scendono le lacrime, lui che le infila l'anello spiegandole la ragione della scelta del gioiello. Sapere che, da quel momento in poi, non vivrà più per se stessa ma per una famiglia. Avere la certezza che farebbe qualsiasi cosa per renderlo felice perchè è la sua famiglia.



Perchè solo da quando sei con me ho iniziato a vivere (Horyzon, 16.10.2516)


Si può essere talmente felici da scoppiare il cuore mentre, attorno a te, è scoppiato il mondo?

martedì 14 ottobre 2014

La figlia bastarda di nessuno


   Ho sempre avuto il sonno leggero da che ho memoria, percepisco facilmente la presenza di qualcuno attorno a me. 
Non so a che ora sia rientrato Owen, di certo molto più tardi di quando sono andata io in camera.
Appena mi sono mossa mugugnando mentre lui si infilava sotto le coperte, l'ho sentito sussultare.
Ho aperto gli occhi e l'ho guardato mentre la luce del comodino era ancora accesa.

"Che cosa è successo?"

    Aveva cercato di raccontarmi approssimativamente o meglio, genericamente, ciò che, ultimamente, sta diventando la sua costante: attirare persone che hanno dei problemi da risolvere.

"Tu, piuttosto? Mi dici perché hai pianto o no? Perché, davvero.. io la testa sulle spalle vorrei tenerla.. sai com’è.. "

Avevo scosso la testa, cercando di fargli una carezza sulla guancia 

"Attiri persone con problemi perchè dici di avere le spalle larghe per sopportarle, ma tutti abbiamo il proprio limite e, non ti preoccupare, non è importante."

Ho mentito ma sembrava che anche lui avesse voglia di dormire, stravolto.

"Buonanotte Owie."

    M'ero rannicchiata mentre abbracciavo il cuscino su cui avevo spruzzato il profumo di Henner che m'ero portata dietro. Eravamo in due a non aver voglia di parlare e nemmeno la mattina seguente ho tirato fuori l'argomento. Cerca già sin troppo di sostenere e risolvere questioni che non gli appartengono.

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"Che cosa è successo?"
"Avrà avuto le sue ragioni per non dirtelo. Se gli vuoi bene dovresti essere felice per lui."
"Sei poi andato al matrimonio di quel dottore? Come si chiama?"
"Beauregard, si... è stata una bella cerimonia"
"Ho qualcosa da dirti, ma non è il luogo né il momento adatto. [...]"

     I visi della festa si susseguono in quello che diventa un incubo, si sveglia la rossa spalancando gli occhi che si aprono sul viso di Owen. Stringe di più il cuscino cercando una presenza in quel momento assente e si morde il labbro con forza sino a farlo sanguinare.
Le idee si sistemano nella sua testa.
Scrive qualcosa sul cpad che segna le cinque del mattino.

Mi manchi... 

Mi manchi terribilmente. E avrei bisogno di un tuo abbraccio perché sei l'unico, in questo dannatissimo Verse, che so che non cambierai da giorno a notte.Ti amo. 

Zoey

Riappoggia il cpad con lentezza sul comodino sospirando. Nella mente un solo pensiero:


*Sono solo la figlia bastarda di nessuno*


venerdì 10 ottobre 2014

Paint and Pain


Zoey Miller (Eleria 2051)

"Se non vuoi parlare con me, dovresti almeno provare a sfogare i tuoi sentimenti con qualcosa di costruttivo."

    La dodicenne lo aveva guardato abbastanza apatica aspettando che lo psicologo continuasse con il suo monologo.

"Ma si! Mi hanno detto che al centro psichiatrico hai seguito il corso di disegno, perchè non provi a dipingere qualcosa?"

    Una volta tanto mi era sembrato che quell'uomo dai capelli rossi non avesse avuto una cattiva idea.
Avevo preso una grande tela bianca, colori e pennelli.
Le idee scorrevano fluide, mentre l'immagine che avevo nella mente si concretizzava in macchie di tonalità differenti che avevano un senso logico. Il risultato abbastanza simile a quello che volevo, carino per essere stato fatto da una tredicenne, ma allo stesso tempo terrificante.
Era l'urlo muto a tutto ciò che stavo vivendo. 
Nessuno, però, lo lesse mai con la giusta chiave di lettura, a parte Logan.

"Tra simili, ci si riconosce"


Innocenty  di Zoey Miller (Eleria 2502)

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Kevin mi abbracciava stretto stretto a lui, coccolandomi i capelli su cui aveva donato un bacio

"Sai Zoey, mi hanno già preso al General Hospital di Yindu. Inizierò la prossima settimana."
"Ah sì?"
"Si, ho trovato con chi condividere l'appartamento, starò in centro a due passi dal lavoro."
"Ah..."
"Ma puoi venire quando vuoi, lo sai!"

    L'avevo guardato e gli avevo sorriso. Sapevo che adesso sarebbe stato molto più impegnato e che io, d'altro canto, sarei stata una preda molto più facile.
Avevo preso un'altra tela, molto più lunga, avevo iniziato a dipingere con un'holoimmagine come riferimento. Il paesaggio, un campo di papaveri di Greenfield, più prendeva forma, più mi sentivo sprofondare in esso perchè i pugni violenti sulla porta che mi reclamavano, erano pugni nel mio stomaco che mi facevano comprendere quanto fossi prigioniera in casa mia.

Fu l'estate peggiore della mia vita.

    Avevo guardato la lama del rasoio solo per curiosità, volevo riprodurre il rosso dei papaveri della stessa tonalità del mio sangue. Alla fine, mi sono ritrovata a farlo colare direttamente sulla tavolozza per utilizzarlo.
Non mi rendevo conto nemmeno del freddo che mi stava avvolgendo, del pallore ancora più marcato della mia pelle. Il quadro stava venendo via via come desideravo, i colori erano vividi, accesi, perché stavano assorbendo nella tela la mia stessa vita.
Ero crollata con il pennello ancora in mano, dopo...il buio.

"Zoey! Zoey!"
 la luce mi abbagliava
"Zoey, per favore guardami." 
Il bip della macchina era ritmico ma estremamente lento
"Ha perso conoscenza non sappiamo per quanto. L'abbiamo presa per i capelli, ma dobbiamo valutare che non abbia alcun danno cerebrale."
"Danno cerebrale?!"
"Si, per mancanza di ossigeno al cervello. Stiamo portando i livelli ematici nella norma ma...quello..."
"Dio mio..che cosa è successo Zoey??"

Sentivo la voce di mio cugino nitidamente, ne percepivo la preoccupazione eppure continuavo a pensare solo a una cosa:

Perchè non mi avete lasciato su quel dannatissimo pavimento?


Escape di Zoey Miller (Eleria 2506)

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    Mi avevano accettato all'Università, avevo trovato un posto nel campus lontano da casa, lontano dal mio incubo. Avevo preso una decisione che stavo dipingendo mettendo colori su tela.
Finito di completare il mio capolavoro, mi ero preoccupata di scrivere dietro una dedica a me stessa, come un memoriale:

"Perchè possa sempre essere sempre come una bambina, alla scoperta del mondo, pronta a farmi stupire da tutto e a viverlo con passione."


Little Girl di Zoey Miller (Eleria 2058)

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"E' per Henner? Ho capito bene?"
"Si, mi ha ispirato lui."

    Solo Nicole e Owen l'avevano visto finito, mi ero rifiutata di mostrarlo a chiunque altro perchè era qualcosa di strettamente personale. Intimo. Avevo scritto una dedica dietro ed ero stata ben attenta a non rovinare la pittura, volevo fargli una sorpresa ma volevo darglielo al momento giusto.

All'altra metà di me. A chi colora la mia vita, riuscendo a entrare nel mio cuore in punta di piedi riempiendolo totalmente e aiutandomi a espanderlo. Perchè la sua cura ha l'effetto di un balsamo miracoloso che riesce a cullarmi e proteggermi dai miei incubi peggiori. Che mi fa vivere, per la prima volta, nella completa fiducia che non mi accadrà nulla di male. 
Ti Amo Henner.
Zoey



My Love di Zoey Miller (Horyzon 2516)



martedì 7 ottobre 2014

All of me




Risate

Mi sto perdendo.

Un gesto semplice, naturale

No, mento.

Mi ritrovo sulla sua spalla, esattamente come faceva Kevin.

E' troppo tardi. 

Nasce profonda e viscerale l'emozione che brucia le guance

Mi sono già persa...


    Avevo vietato a Owen di farlo, mi ero ribellata con tutta me stessa per la sacralità che vi era dietro a tutto quello. Al sentimento puro che avevo provato solo una volta.
Ma questa...

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"Sei davvero sicura sia lui la persona che può renderti felice e che può donarti un futuro colmo di sorrisi e di amore?"


 avevo bisogno di lui, desideravo le sue labbra, la sua bocca, come aria.


"Come può amarti una persona che ti - vieta - di fare ciò che vuoi!"

Respiravo il profumo come incenso persistente, sfiorandone la pelle, bruciandomi ad ogni contatto.

"Tu devi promettermi, che non farai nulla in prima persona o alle mie spalle... ti amo, e questa tua sincerità è per me molto importante... non mi perdonerei mai se ti succedesse qualcosa... stiamo parlando di persone che uccidono come se niente fosse... "

Lo conducevo a me, assaporando il calore del suo corpo a contatto col mio,

"Un passaggio segreto [...] vuoi andare a vedere?"
"No..."


solo per divenire un'unica voce, espressione di un sentimento più forte di noi due.

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    Accoccolata su di lui, protetta dal suo braccio, mi sono resa conto di quanto sia riuscito a radicarsi nel mio cuore, aprendo, pian piano, tutte quelle parti che avevo deciso di sigillare per serbare il ricordo di un fantasma.
    Sono incapace di mentirgli, sono incapace di nascondergli qualcosa, perchè il dolore che provo a non poter condividere qualcosa con lui è peggiore di qualsiasi verità possa essere poco piacevole.
Mi alzo, cercando di non svegliarlo, anche se è più forte di me cercarne le labbra ancora una volta. Esco dal letto in punta di piedi, spostandomi per la casa senza aver voglia di coprirmi, scendo sino lo studio solo per prendere un pezzo di carta, scrivere qualcosa, ripiegarlo per metterlo in tasca della sua divisa.
    E, come mi ero allontanata in silenzio, allo stesso modo ritorno tra le sue braccia, ricercandolo ancora una volta. Un sussurro all'orecchio:

"Ho voglia di te."

Un sorriso...


[nella tasca della giacca, un biglietto piegato in quattro.]
Non hai idea di quello che abbia provato.
Ti ho desiderato con tutta me stessa stanotte perchè ho compreso che tu sei la vera metà di me, la parte mancante che ho cercato a lungo. 

TI AMO  
più di quanto abbia mai fatto sin'ora.
Zoey



mercoledì 1 ottobre 2014

Johann


"Ehi tu..bel musetto."

Mi aveva afferrato il mento alzandolo come per osservarmi meglio, più da vicino.

"Stai indossando la maglia sbagliata, lo sai? Se vuoi te ne trovo una coi colori giusti, così che possa urlare bene il mio nome."
"E' meglio che mi lasci stare, sai?"
"Altrimenti mi tiri un pugno in faccia?"
"Io no, lui sì."

E così, ancora prima che potessero iniziare a giocare la partita di Pyramid tra le loro squadre universitarie, i due capitani s'erano ritrovati ad azzuffarsi sotto gli spalti venendo espulsi seduta stante.

"Siete due disastri."

Mi ero preoccupata di farmi dare il kit del pronto soccorso per medicare i due impiastri che si erano gonfiati di botte. Kevin teneva reclinata indietro la testa tamponandosi il naso, Johann aveva il labbro spaccato che stavo disinfettando e tamponando con una garza sterile. Nonostante non avessi ancora iniziato medicina, si vedeva che non ero esattamente digiuna. 
Mi aveva guardato negli occhi mentre lavoravo con calma e diligenza.

"Sei brava...dovresti farlo come lavoro."

Avevo sorriso 

"E' quello che intendo fare. E adesso...chiedetevi scusa e presentatevi."

Il mio tono era categorico. Si erano stretti la mano anche se si guardavano un po' torvi.

"Kevin Miller."
"Johann Norton. E' la tua ragazza?"
"No, è mia cugina."
"Beh, bella fortuna. Le mie cugine sono inguardabili! Ci posso provare?"
"Vuoi ricominciare?"
"Scherzavo! Scherzavo!" 
Avevano riso, si erano presi una birra insieme ed erano diventati amici. Insomma, un'altra testa di cavolo tra i piedi.


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Ho saputo di Kevin,
mi dispiace, davvero. Dave mi ha anche detto che ti sei trasferita su Horyzon.
Quando avevi intenzione di dirmelo?
Senti, quando vuoi, ci sono anche per un caffè. 
Johann.


Johann Norton, la più grande testa di cavolo che abbia mai conosciuto ma che riusciva sempre a farmi ridere.