Pagine

martedì 15 luglio 2014

Like a brother



"Le prime informazioni sul caso Miller contro Miller stanno lasciando l'intera città sotto shock. Da quanto emerso dall'incontro preliminare col giudice e gli avvocati, la figlia dello stimato cardiochirurgo, ha denunciato il padre per aver abusato sessualmente di lei dalla tenera età. Mentre sembra sia impossibile cercare di intervistare la giovane, non si sottrae alle telecamere il padre che ha annunciato in una conferenza stampa la sua totale innocenza. L'avvocato della difesa, il rinomato Paul Cartney, sembra essere certo della sua schiacciante vittoria. Vi terremo informati degli sviluppi sulla vicenda. [...]"

_______ _ ________ _ _________

"Ti sei fatta bionda? E da quando? No, no, no... rivoglio i tuoi capelli ramati. Adesso!"
"Ma smettila che hai sempre avuto un debole per le bionde e adesso mi fai storie?"
"Ok, non dico più niente. Ma mi spieghi sta storia del processo?"
"Non c'è niente da spiegare."
"Zoey.."
"Per favore Kevin. Non ho voglia di parlarne adesso. Buona notte..."

_______ _ ________ _ _________


"Kevin ma che t'è preso?"
"Nessuno può far piangere mia cugina. Nessuno."
"Ma non stavo piangendo."
"E nessuno può toccarti senza il mio permesso..."

     Era la prima cotta per me, avevo undici anni, Jimmy era di due anni più piccolo di Kevin, si conoscevano visto che frequentavano lo stesso ambiente ed io, che ero appiccicata a mio cugino come la carta moschicida, l'avevo incontrato a un match di Piramyd. 
Da che dovevo tifare per Kevin, capitano della squadra, alla fine mi ero ritrovata dietro gli spalti a parlare con Jimmy. Galante e di classe sino a che non aveva tentato di toccarmi le tette. 
La cosa più strana non fu quella però, ma la reazione di BB (acronimo di Bad Boy) che (ancora non ho capito come cavolo facesse a sapere che ero lì dietro) mi era venuto a cercare. Appena aveva visto Jimmy tentare di palparmi, lo aveva preso per una spalla e gli aveva mollato un cazzotto sul naso.

"Stai lontano da Zoey."

Non lo avevo mai visto così arrabbiato sino ad allora...
Ma da che il mio incubo ebbe inizio, le cose tra di noi cambiarono. Mi dissero che veniva spesso a trovarmi al centro psichiatrico, io ero talmente tanto imbottita di farmaci che nemmeno me lo ricordo.

_______ _ ________ _ _________


    L'ansia dell'infermiera era papabile e il grido che in lontananza si sentiva oltre la porta di ingresso alle camere femminili la metteva ancora di più sull'attenti.

"Signorino Miller, credo che non sia il momento, sta riposando."
"Stronzate, l'ho vista anche in versione vegetale per tutta quella merda che le state dando."

    Un altro grido più forte, ma sempre ovattato dalla porta, si percepisce in lontananza. Una goccia di sudore scende dalla fronte della grassa donna che non sembra intenzionata a farlo passare.

"Si ma non potrà parlarle così."
"Ma si può sapere qual è il problema? Mia cugina non parla da due settimane ed esigo vederla adesso!"

    La porta viene aperta da un'infermiera, e diventa chiaro a Kevin che l'urlo che ha sentito sin'ora proviene proprio da Zoey. Non ci pensa due volte a scartare la donna un po' troppo in carne e infilarsi oltre la porta che si sta chiudendo. All'arrivo davanti alla sua camera, però, assiste a una scena indelebile: la dodicenne rossa in un angolo, aveva preso la scopa dall'inserviente mentre era distratta e non permetteva a nessuno di avvicinarsi fendendo l'aria con violenza come se tenesse una mazza.
Solo la distrazione di lei all'arrivo del cugino aveva dato quella frazione di secondo necessaria agli infermieri di braccarla e iniettarle il tranquillante. 

"Lasciatela! Non è mica un animale!"

    Aveva urlato il giovane che si era avvicinato alla ragazza ormai inerme. L'aveva presa in braccio e condotta a letto tenendola stretta a sé.

"Che cosa ti è successo? Che cosa ti hanno fatto, Zoey?"

Ma non vi era stata alcuna risposta dagli occhi spenti di lei.