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mercoledì 30 luglio 2014

Mia


     Tastavo il letto alla ricerca di Kevin, Botolo era sopra la mia testa, ma mi sembrava strano che si fosse alzato senza svegliarmi. Avevo aperto gli occhi e l'avevo trovato serio ad osservarmi mentre dormivo, non che fosse la prima volta, ma la sua espressione era decisamente preoccupata. 

"Ehi..." mi ero allungata col collo verso di lui per baciarlo "Buongiorno."

Aveva risposto con anche sin troppa foga per essere prima mattina.

"Dobbiamo parlare..."
"E' successo qualcosa?" 
"Si e no." aveva risposto facendomi segno di sedermi accanto a lui.

    Mi ero sistemata cercando di farmi avvolgere dal suo braccio per accoccolarmi meglio, gesti che sono sempre stati naturali tra di noi, ma che avevano assunto tutto un altro significato.

"Raccontami tutto, ti ascolto."

Aveva inspirato intensamente i miei capelli stampandomi un bacio mentre mi stringeva di più a sé.

"Devo tornare su Eleria..."
"Ah, va beh, per quanto tempo?"
"E' questo il problema. Non lo so."

    Era stata una mazzata in fondo allo stomaco mentre mi pervadeva un senso di nausea e vuoto. La mia dev'essere cambiata improvvisamente perché aveva subito cercato di baciarmi e calmarmi.

"Non ti voglio lasciare. Zoey, sei l'ultima cosa in questo Verse che lascerei. Ma non posso chiederti di mollare tutto e venire con me. Ho intenzione di tornare e.."

    Mi aveva fatto il segno di aspettarlo un momento con un dito. Era sceso dal letto e si era messo a rovistare in una tasca della giacca. Quando aveva trovato quello che stava cercando, era ritornato indietro e mi aveva sorriso. 

"...voglio dimostrarti che ho intenzione di tornare a prenderti, per tutto l'oro del Verse."

Aveva aperto il palmo e mi aveva mostrato un anello.

"Sono ventisei anni praticamente che ti amo. Direi che ho aspettato anche sin troppo per chiedertelo. Vuoi sposarmi?"

     Ho sempre detestato l'idea di legarmi in uno stupido e del tutto superato contratto, a qualcuno. Poi, visti i risultati di quello catastrofico dei miei genitori, l'ultima cosa al mondo che potessi desiderare era sposarmi.
Ma il pensiero di essere separata da lui per un periodo indefinito, saperlo distante da me fisicamente, mi faceva morire e, allo stesso tempo, vedere sotto una luce del tutto diversa quella domanda, soprattutto fatta da lui.
Avevo iniziato a mordermi le labbra e annuire piangendo. 

"Ehi, ehi..." mi aveva abbracciato tenendomi la testa "non ti ho chiesto di ammazzarci insieme."
"Scemo."
"Lo so." s'era messo a ridere "è per questo che mi ami, no?"

     Mi tremava la mano mentre mi metteva l'anello e ridevo di tanto in tanto come un'idiota e mi sentivo impazzire tra la felicità per quel gesto, come la disperazione di sapere di dover star separati per un periodo indefinito. 

"Voglio che tutti sappiano che sei mia. [...]"
"Mh, sto pensando di farti un cartello luminoso da metterti dietro la schiena per te."

     L'ho accompagnato allo spazioporto cercando di sorridergli, stare anche solo due mesi senza di lui quando mi ero trasferita su Horyzon, era stato un incubo, ma sono certa di una cosa: che sarei capace di fargli sentire quanto lo amo dovunque lui sia.