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mercoledì 27 agosto 2014

War


"Ah! Ma allora anche tu sei stato un tipo spensierato e allegro! Chissà che matto che eri da ragazzo, avrei voluto conoscerti all'epoca, quando riuscivi a ridere più facilmente."

il suo sguardo si era rabbuiato ma aveva cercato di andare avanti.

"[...] e chissà com'eri tu da ragazzetta, visto come sei adesso."

    Se esiste un premio per le migliori frasi infelici, credo che ieri io e Henner avremmo vinto il primo premio, lui per aver centrato in pieno il periodo peggiore della mia esistenza, io per aver fatto riaffiorare lutti che cerca ancora di seppellire. 

"Se mi avessi conosciuto allora, mi avresti considerato solo una ragazzina con i soliti problemi esistenziali stupidi o, peggio, pazza..e non pazza buona, ma pazza da manicomio."
"Perché dici così?"
"Perché è la verità...ero così, ho passato un mese della mia vita in un centro psichiatrico."

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Eleria, 2518

"E' lei?" 
"Si è lei." 
"Ma chi? La pazza del centro psichiatrico?" 
"Si, si..." 
"Ma cosa?" 
"Non l'hai visto il video? L'ha trovato Jenna per caso l'altro giorno su TuCube"

[parte il video di una ragazzina che azzanna la mano di un infermiere che cerca di non farla cadere dalle scale e devono braccarla in due per riuscire a farle mollare la presa.]

risate generali

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"Io non ci torno più!" avevo detto urlando in lacrime a Kevin, una volta a in macchina 
"Ma dove?" 
"A scuola, sono solo....la pazza."

Aveva accostato spegnendo il motore e mi aveva tirato a sé baciandomi la testa

"E invece ci tornerai tutti i giorni. Li guarderai in faccia e gli sorriderai con la stessa determinazione di sempre perché tu, Zoey, sei migliore di loro. Di ciascuno di loro."
"Ma sono sola lì."
"Hai me come alleato, e dove lo puoi trovare uno più figo?"
"Scemo."

Mi ero discostata dandogli un pugno sullo stomaco non troppo forte, ridendo.

"Ecco. Così va meglio."

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"Quel camerata beccato a ballare e cantare nel dormitoio mentre puliva, era il mio migliore amico [...] è morto durante una missione."

     So cosa significa perdere il tuo migliore amico, so cosa si prova quando vi è quel senso di vuoto, come se, improvvisamente, la terra ti mancasse da sotto i piedi e, alla fine, ti ritrovassi a sprofondare verso un baratro che sembra non avere fine.
Mi sono ritrovata a guardare gli occhi di Henner e andare oltre l'apparente compostezza marziale, quel freddo distacco con cui l'avevo etichettato, e ho visto la paura di voler bene di nuovo a qualcuno che possa essere portato via improvvisamente.

Quante vite dovranno essere sacrificate ancora per questa guerra (silente o no)?
Quanti dei sopravvissuti continueranno a leccarsi le ferite per qualcosa che, in realtà, a noi cambia molto poco? 

    Ho combattuto tutta la mia vita senza aver necessità di un fucile in mano, sorridendo, e ho capito che il Verse è sin troppo pieno di dolore senza ulteriore conflitti. E, ogni volta che qualcuno si apre con me, quando riesco a vedere oltre il muro delle apparenze, devo violentare me stessa ricordadomi che, alla fine, non posso sanare tutte le ferite....o si?

giovedì 21 agosto 2014

Sindrome della crocerossina


"Le persone possono davvero cambiare? La nostra personalità è geneticamente pre- programmata o è modellabile? Lo studio della neuroplasticità suggerisce che il cervello ha la capacità di cambiare e crescere in tutta la nostra vita, in sostanza, le nostre esperienze ci fanno ricablare. Ci possono far fare o pensare cose che non erano fattibili o pensabili. Ci possono stimolare a pensare nuove idee, e ci possono dare lezioni preziose in modo da essere meno inclini a fare errori fatti in passato. Il cervello è in uno stato continuo di flusso e ci suggerisce che niente nella vita è permanente." (lezione di psicologia - Eleria, 2511) 

    Credo di non aver mai conosciuto ragazzina più infelice di Serafel Faoler, estremamente intelligente in ciò che vuole, testarda e cocciuta come un mulo e con la sindrome da crocerossina incallita. 
E, devo ammetterlo, sono poche le persone che mi urtano da morire, lei ci riesce. La sua arrendevolezza è irritante. Chi non è capace di amare se stesso, non è capace, in realtà, di amare veramente gli altri. Questa è la prima lezione che mi è stata data al corso di medicina.

"Provi piacere nell'aiutare gli altri?"
"Sì un po'...ma c'è tanta sofferenza."

    Ha detto bene il Dottor Stone. Comprendere che non si possa cambiare tutto il Verse da soli, riuscire a godere delle proprie vittorie senza lasciarsi amareggiare troppo dalle sconfitte, fa parte del processo di crescita e questa ragazzina neanche maggiorenne che, parla come se fosse adulta ma è ancora una bambina, ha un lungo percorso davanti a sé.
Riuscire a cambiare una personalità radicata nel tempo è un lavoro lungo e tortuoso, infattibile se non è desiderio del soggetto stesso, ma non è impossibile, proprio come ci aveva fatto capire il nostro professore. 

"Si prende lei l'incarico di Miss Faoler?""Si."

E così ho deciso di scendere nell'abisso di un animo tormentato senza avere ancora la certezza che mi darà accesso.

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"Perché non hai scelto psicologia?"
"Mi piace vedere ciò che hanno dentro le persone...ma letteralmente non mentalmente."
"Sei sprecata. Tu hai un dono Zoey."
"E quale sarebbe?"
"Ami veramente le persone e ti interessi di loro."
"Questo sarebbe un handicap Kevin."
"Non per te. Non ti soffermi alla superficie, vai in profondità, cerchi di immedesimarti negli altri, sino a esserne travolta, ma resti sempre te stessa."



Ma si può veramente entrare nel dedalo di emozioni di qualcuno e rimanerne indenne?

mercoledì 20 agosto 2014

Cambiamenti e metamorfosi


     Era da tanto tempo che non vedevo Logan, e si, sembrava che ci fosse qualcosa di strano in lui. Ci siamo aggiornati su una marea di cose: la morte di Kevin, il suo viaggio con Owen su Aghata, i miei tentativi di tenermi occupata, i suoi cambiamenti.

"E' successo qualcosa su Mashdad... non sono lo stesso e la cosa mi fa paura."
"Anche i bruchi mutano in bellissime farfalle. I cambiamenti in meglio non sono qualcosa di cui avere paura, sono un'avventura."

    E' strano come, per la prima volta, quell'uomo capace di mandare in rianimazione il mio patrigno a son di calci e pugni, mi sia sembrato indifeso.
Ho usato il mio dono su di lui. So solo in parte ciò che ha vissuto, quello che ha visto e subito, so cosa significa sentirsi soli in un luogo dove dovresti sentirti a casa, ma io avevo Kevin e gli zii, lui non aveva nessuno.

"La senti questa pace e serenità? Vorresti provarla a prescindere da me? Posso insegnarti come farlo."
"Vorrei poter congelare questo momento, ma so che non si può."
"E' vero, ma posso aiutarti a imparare a costruirtene di momenti nuovi sempre migliori."

     Ne avevo parlato con Meng a suo tempo, del fatto che, secondo me, fosse solo un bimbo alla ricerca di un luogo da chiamare casa per poter percepire l'affetto dei suoi cari e imparare che cosa volesse significare amare.

"Se sapessi ciò che ho fatto, riusciresti ad accettare ciò che sono? Avresti ragione ad allontanarti disgustata da me!"
"Credo che Owen abbia capito il punto. Tu hai fatto determinate cose spinto da ciò che conoscevi allora: rabbia e violenza"
"Ho ucciso un uomo solo perchè mi ha guardato male..."
"Logan ... i mostri, i veri mostri, sono coloro che commettono atrocità e non provano rammarico per ciò che fanno. Io non dico che tu non fossi una persona terribile ma vedo quello che sei adesso. Ed io vedo una persona leale e gentile, l'unico che non ci crede, sei tu."

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Eleria, 2500

"Kevin, hai visto Zoey? Stiamo giocando a nascondino e l'ho persa."

    L'uomo dai capelli castani fa finta di niente mentre la testolina rossa tenta di avvicinarsi di soppiatto. Il ragazzo capisce ciò che ha in mente lo zio e sta al gioco.

"No, non l'ho proprio vista."

Si gira di scatto George che cerca di afferrare la figlia e metterla in spalla con gli urletti di lei.

"T'ho preso!"
"Papà mettimi giù o vomito! Kevin!" si era protesa con le mani verso di lui "aiutami!"
"Io devo andare a un allenamento di Pyramid, vieni con me?" 
"Papà?" lo aveva guardato con gli occhioni da cerbiatta chiedendo il suo consenso.
"Va bene, ma ragazzo! Che nessuno tocchi la mia bambolina! Te l'affido."

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Le persone possono cambiare, questo l'ho imparato a mie spese.

     Il migliore dei padri può diventare un despota violento ed insensibile, come il peggiore degli uomini può riscoprire di avere un cuore grande come l'universo.

Sta a noi decidere chi e cosa vogliamo essere.

"Cosa vuoi diventare, Logan?"


"Non fare scherzi che sarei capace di venirti a recuperare anche all'inferno!"
"Ah ecco, perché se morissi mi andresti a cercare lì? Non sono così pessima!"
"[...] Non hai capito che sarei disposto anche a far quello pur di averti vicino, quindi occhio a quello che fai, o mi avrai sulla coscienza."

domenica 17 agosto 2014

Ricordi


    Non mi piace la pioggia, mi rende triste e aiuta la mente a vagare su pensieri che dovrei cercare di evitare il più possibile, come una malattia infettiva.
Forse è stato un bene incontrare Kiljan.
Certo...è davvero strano quel ragazzo. Ancora sto cercando di capire perché cerchi in tutti i modi di farsi passare per uno spocchioso odioso, quando basta parlarci un po' per comprendere che ha un animo sensibile. Anzi, credo che sia un inguaribile romantico.

    Già, perché, non ricordo esattamente come ci siamo finiti, ma abbiamo parlato di relazione di coppia.
Ha ragione a dire che la noia sia il peggior nemico di qualsiasi love story. 

"Naaa... non ti si conquista così!"
"Ah no? E come si fa allora?
"Facendoti ridere [...]"

    Avevo guardato storto Ryan, all'epoca ero ancora convinta che fosse la passione e il romanticismo a fare forte una coppia. Non avevo capito niente.
Kevin me l'ha insegnato. Ci siamo innamorati prendendoci a cuscinate, insultandoci pesantemente, organizzando le cose peggiori l'un per l'altro perché è imparando a ridere insieme che si riesce a essere, a poco a poco, se stessi. A mostrare il buono e il brutto, senza veli.

    E, così, mi sono ritrovata a parlare con Kiljan di come due amici finiscano a sussurrarsi un "ti amo" profondo come un oceano.

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    Le aveva baciato gli angoli della bocca cercando di attirarla a sé e lei, come risposta, si era irrigidita convinta che la volesse solo portare  a letto. S'era scusata cercando di ribattere con un bacio a stampo, per poi rendersi conto che, alle sue domande su come fossero andate quelle giornate di separazione, non ricordasse assolutamente nulla.

"Sei suscettibile e permalosa, non sei nemmeno stanca, è che ti ho sconvolto la vita ancora una volta e fondamentalmente vorresti cedere, lanciarti tra le mie braccia!""Io??? Permalosa? Non sarei sopravvissuta con te ventisei anni se lo fossi veramente. Ma si, certo...fammi tua questa notte!"

    L'aveva preso in giro e, per punizione, si era ritrovata in spalletta a vagare per la stanza di lui.
Quanto aveva riso quella sera vedendolo alle prese con Botolo?

"Botolo! Sono diventato papà.""Io avevo pensato a qualcosa come Charlie, Milo...ma BOTOLO...poverino, non è nemmeno cicciottello! E la mamma sarebbe?""Charlie, Milo, Fufi? Sono tutti nomignoli estremamente banali e sdoganati! Sei tu la madre, che razza di domande fai?!"

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    Ma, forse, ha ragione lui quando dice che non esiste una persona sola al mondo di cui ci si possa innamorare anche se, secondo me, dovrà sempre superare quello precedente, o si resterà sempre in stallo.

giovedì 14 agosto 2014

Party!


Ammetto che, quando Lee inizia con le sue domande indagatorie, mi fa paura.

"Ti sei mai legata a qualcuno di cui non approvi ciò che fa? Ti piacciono i bambini? Sei ancora innamorata di Gray?"

    Mi sembrava di essere in un quiz a premi con tanto di cuffie e pulsantone rosso. E, nonostante le risposte le avrei dovute conoscere, visto che dovevo esprimere il mio parere personale, avevo sempre quella sensazione come quando sei certa di averle cannate tutte al test di scuola guida.

    Ma, è anche vero, che mi ha fatto piacere parlare con lei di argomenti più o meno delicati con naturalezza. Ovvio... comprendere quello che passa all'interno di quella testolina bionda oltre ciò che concede è, praticamente, impossibile
Probabilmente è questo il mio problema: devo imparare l'arte della pazienza...o scoprire come leggere il pensiero.

"Vuoi venire con me a una festa?"
"Se non si scandalizzano per come sono vestita, volentieri, tanto domani mattina posso dormire."

Un po' di vita ogni tanto non dovrebbe far male, no?
Peccato che il giochino del "canta tu" mi abbia devastato! Questo mal di testa post sbornia non me lo scorderò mai più, non ho la più pallida idea di quanti shottini mi abbiamo fatto bere, ricordo solo che devo aver afferrato il microfono e dato il peggio di me. 


Ma come avrei potuto resistere al richiamo della sciarpa piumata?




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"Credo che se ti mettessi un paio di tacchi a spillo e una sciarpa di piume rosse intorno al collo, faresti sbavare tutti."
"E perché dovrei farlo?"
"Non lo so, magari un giorno sarai talmente ubriaca che ti verrà voglia di farlo."
"Tu sei tutto strano..."

Chi l'avrebbe mai detto che era anche un profeta?

Ipocrisia


"Meng, sei una ragazza?"

    Non sono mai stata sveglia, ammettiamolo, ma non ho mai scambiato per così tanto tempo una ragazza per un ragazzo.

"Perchè mi hai mentito?"
"Paura di non essere presa seriamente come pastore."
"[...] Se non sei la prima a credere in te stessa, come possono gli altri avere fiducia in te."
"Io ce l'ho, tu?"
"Io credo in te, ma non in Dio."

     No... non posso credere in Dio. E non solo perché sono una scienziata, non posso proprio accettare che vi sia un'entità che si definisce superiore ma non alza un dito per modificare la situazione attuale. Guerre, disastri ambientali, epidemie, violenze, morte... no. 

    In questo universo non vi è amore, non posso accettare che sia guidato da una creatura che si definisce amorevole. 
Non vi è giustizia, compassione... sono pochi coloro che manifestano queste qualità e soffrono terribilmente. Spesso vengono considerati stupidi ma, a volte, inizio a sospettare che lo siamo per davvero.

"E' meglio che non esistesse Dio, o lo andrei a cercare solo per urlargli di tutto."
"Dillo a me, riferisco."

No Meng... non posso credere in Dio.
Ho visto troppo dolore, ho provato troppo dolore. 

    Perché una semplice carezza data quando puoi sollevare, non è una manifestazione d'amore, è pigrizia o, peggio, ipocrisia.

Ed io, gli ipocriti, li odio.

martedì 12 agosto 2014

Mille gru di carta




Parachutes - Paper bird


"Sai che cosa mi ha detto il signor Ming?"
"Cosa?"
"Che, se si costruiscono mille gru di carta, si può esprimere un desiderio che si avvererà." 
"Ma che storia è questa?" avevo riso
"E' una leggenda di Xinhou, ecco." mi aveva posato una gru di carta rosa sul comodino "questa è la prima, ma ne farò altre 999 per te."
"Devo esprimere un desiderio?" chiesi
"No, l'ho espresso io per te... voglio che tu sia felice Zoey. Sempre."

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    Così, ho cercato di costruire una gru di carta per Lee, le ho parlato ieri ma sembra che, per lei, il suo dolore non sia importante. Lo è per me. Le ho raccontato la stessa storiella che aveva detto a suo tempo mio cugino, c'ho messo un paio di ore per fare una gru di carta che fosse decente, e gliel'ho lasciata sul cuscino con un biglietto.

    Ho mentito a Elian. Non era un mio paziente che mi aveva raccontato quella storiella, era di Kevin. A suo tempo la stessa cosa che io ho fatto a lei, lui l'aveva fatta a me.

    Ho scoperto che cosa fosse la vera felicità con lui. No... non è corretto. La felicità, mi ha insegnato, è la capacità di trarre il meglio da qualsiasi circostanza, vedere il bello in mezzo alla merda. Ecco...
Lui mi ha insegnato che cosa sia l'amore vero: e un dare e ricevere della medesima intensità, una dipendenza emotiva e fisica dell'altro. Completezza. E solo Dio (se è mai esistito veramente) sa quanto mi manca ogni giorno.


"Vedo in te una luce brillante, ti innamorerai a qualcosa, la passione gioca spesso a nascondino."
"Non credo che sia così semplice..."

   No, non è così semplice. Non ho mai perso la mia passione per il mio lavoro, è ciò che mi ha tenuto in vita. Ma in quanto ad innamorarmi... 

Si può avere la fortuna per due volte  di trovare la propria casa in due persone differenti?

    A volte sogno che mi sento bussare alla porta e mi ritrovo il viso di Kevin dietro l'uscio. Capita spesso di correre ad aprire la porta dell'ufficio con il sorriso sulle labbra per poi spegnersi quando mi rendo conto che è uno dei tanti tecnici che mi chiama per qualcosa.
Non succede sempre negli holofilm che il "bello" torna dalla sua "bella" spiegandole che abbia dovuto inscenare la sua morte per motivi vari?

Così, anche questa mattina, mi sono svegliata con la sensazione di avere la sua mano sulla testa ad accarezzarmi piano.Ne ho percepito il profumo distintamente, come la sua voce.

"Ehi disastro, alzati. Ho voglia di te."
Sorridevo. Persino quando mi sussurrava insultandomi ero follemente innamorata di lui.


My home, my love.




lunedì 11 agosto 2014

Lonely


"Pronto?"
"Ehi, bestiaccia! Come stai?"
"David?"
"Ah, allora non ti sei dimenticata di me. Non mi hai ancora risposto."
"Sto vedendo la luce fuori del tunnel, ma non sono ancora uscita."
"Vuoi che venga a stare un po' da te?"
"No, stai tranquillo. Sono da amici, cari amici e, non volermene, ma in questo momento sto cercando di pensare il meno possibile a ..lui. E lo sai che tu..."
"Si lo so. Manca anche a me."

    Io, Kevin e David siamo cresciuti assieme, siamo sempre stati inseparabili per un motivo o per un altro e quante ne abbiamo combinate!
Non lo vedo da che mi sono trasferita su Horyzon e non ho avuto nemmeno il coraggio di chiamarlo dopo l'incidente. Non ci riuscivo, sarebbe stato come alimentare un incendio dentro il mio corpo che sto tentando di spegnere con tutte le mie forze.

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    Ormai è diverso tempo che sono a casa con Lee e Gray, mi sentirei pronta a lasciare il nido e spiccare il volo, più letteralmente che ancora emotivamente, visto e considerato che ho già portato le mie cose nella cabina che mi è stata assegnata nella Last Dance, ma vi è qualcosa che mi trattiene. 

    Sarà che non piace l'idea di lasciare Lee. Gray ormai fa (giustamente) avanti ed indietro tra Greenfield e Horyzon e lei sorride sempre, si preoccupa per me ma c'è qualcosa di dannatamente stonato in lei. 

     Sarà che la sento andare in apnea notturna e svegliarsi senza cercare di fare rumore. Resto immobile, ma la sento mentre annaspa come se qualcuno abbia appena tentato di strozzarla. Non mi ha mai chiamato una volta, non ha nemmeno accennato alla questione, e se non lo fa per un problema clinico, lo farebbe per qualcosa di più intimo?

       Sarà che sempre più spesso torna a casa ubriaca, a orari indecenti, magari mi ritrovo dei fiori di carta sul comodino, una sorta di scusa per avermi lasciato dormire da sola? 
O le feste che ci sono tutte le settimane... a volte sembra un grido silenzioso e disperato di aiuto, come se non volesse stare con se stessa nemmeno cinque minuti.

    Sarà che Lee fa parlare, raccatta randagi che siano animali o persone, si addossa il peso del dolore altrui ma non sfoga mai nulla del suo. 
Se c'è una cosa che ho imparato è che, in questo maledettissimo Verse, nessuno è privo di cicatrici o ferite più o meno aperte. Nessuno è immune. Persino chi si lamenta della "noia della vita", in realtà dimostra il suo malessere in una società che gli va stretta facendogli perdere ciò che significa la vera libertà: scegliere indipendentemente dalle conseguenze.

Stamattina mi sono svegliata con la sensazione che mi abbia dato un bacio sulla testa prima di andare a dormire nel letto di Gray, ho fatto colazione osservandola dalla porta aspettando che andasse di nuovo in apnea. Non è successo. Era stravolta. Puzzava di fumo ed alcol e, l'unica cosa che volevo fare era metterla sotto l'acqua fredda, come Kevin aveva fatto a suo tempo con me.


Non vi è solitudine peggiore che quella chiassosa ed incompresa... 
o sto diventando iperprotettiva?

venerdì 8 agosto 2014

Last Dance


    Mi hanno dimesso dall'ospedale, la cicatrice non si vede più e l'occhio è ritornato a vedere. Tutto sembra essere tornato alla normalità ma, di fatto, non sono ancora riuscita a dormire in casa mia, né a entrare in camera di Kevin. Ho aperto la porta solo una volta, inspirando ad occhi chiusi l'odore del suo profumo che è impregnato nei tessuti e nelle pareti. Poi l'ho richiusa gelosamente e sono andata a casa di Lee e Gray. No... non ce la faccio a dormire da sola.

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"Aspettami! Kevin, aspettami!"
"Sei lenta sei..."

    Si era voltato e mi aveva visto con il ginocchio sbucciato che non riuscivo ad appoggiare il piede per terra, ero scivolata sulla ghiaietta del sentiero che portava ai laghetti e, nonostante tutto, mi ero rialzata cercando di correre nonostante il dolore.

"Scema! Perché non mi hai detto niente?"
"Per non farti preoccupare, e poi sono arrivata sino a qui, no?"

Gli avevo sorriso mentre lui mi aveva dato un pugno in testa arrabbiato con me.

"A volte mi domando se sei stupida o cosa, dai..sali. Ti porto in spalla l'ultimo pezzo."


Ne avevamo parlato a distanza di tempo, uno dei primi giorni dopo la bomba mediatica.

"Sai Zoey, credo che tu abbia una forza mostruosa."
"Mh? Che intendi?"
"Che hai sempre combattuto, qualsiasi cosa ti riservasse la vita, qualsiasi problema avessi: ti rialzavi, sorridevi e andavi avanti. Come quando ti eri distrutta il ginocchio sulla ghiaia e ti sei fatta zoppicando la strada dai laghetti sino a casa. Ti ho sempre dato della scema ma, in realtà, ho sempre invidiato la tua forza."



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Forza...
Anche Gray è convinto che ne abbia molta, io voglio crederci perché, in questo momento, mi sento solo come un'albero scheggiato, scalfito, vandalizzato da tutto ciò che mi è successo.
Ho capito che mi devo tenere occupata, perennemente impegnata a far altro, a far qualcosa di importante.
Forse è per questo che, quel giorno, mi è passata per la testa un'idea.

"Avete bisogno di un medico di bordo?"

L'avevo buttata lì, di getto e senza nemmeno pensarci più di tanto.
Drake m'ha preso in parola.
Ed è strano come gli eventi cambino velocemente e, in poco tempo, ti ritrovi a posizionare alcuni oggetti su una nave diretta chissà dove.

This is the Last Dance...my last chance.




sabato 2 agosto 2014

Non esiste più...


"Chi era la donna che stavi guardando dal vetro prima?"

"Una paziente in coma per colpa mia."
"Non tutto ciò che accade nel Verse è colpa tua Zoey."
"Ma questo si...per la mia dannatissima macchina."
"E Kevin? Vuoi addossarti la responsabilità anche della sua morte?"

     Mi ero solo voltata guardando il rosso con odio. L'ultima persona che si sarebbe potuto permettere di menzionare il suo nome, era proprio lui!

"Non osare nemmeno nominarlo. Cosa sei venuto a fare Gerard?"

"Sono il tuo psicologo, devo aiutarti a superare il lutto."
"Io non ti ho chiamato."
"Lo so, ma non ci voleva un genio a capire che questo ti avrebbe sconvolto."

     Mi ero messa a ridere, una risata nervosa, tesa, nulla a che vedere con una "sana" e solare delle mie solite.

"Sconvolta? Io sono morta con lui. Non riesco a ...respirare da quanto mi fa male. E' un dolore che è qui, fermo, immobile. Non si affievolisce col passare dei giorni, si anima ogni volta che ricordo qualcosa, si alimenta con la mia vita come un predatore vorace. Mi dilania come una carcassa, pezzo pezzo, e non riesco nemmeno a gridare al vento l'inferno che sta consumando tutto quello che ho dentro, lasciando solo terra arsa. Non ci riesco. Non ne ho le forze."

"Hai combattuto guerre più difficili."
"E' vero. Ho combattuto... sempre con Lui al mio fianco. Ora sono sola."

Aveva guardato la quantità di regali, fiori e dolciumi che riempivano la camera spoglia dell'ospedale. 

"A me sembra che tu non lo sia. A me sembra che sei molto amata."

Avevo solo sorriso amaramente.

"Credo che ciascuno di questi doni sia un modo per dimostrarti quanto ti amino."
"Amore...non ci credo più." un leggero sbuffo ilare dal naso "Sai, ho dedicato buona parte della mia vita alla spasmodica ricerca di quell'amore puro con cui sentirmi completa. L'ho trovato, è sempre stato lì, accanto a me per tutta la mia vita ed ora sono più vuota di quando ho iniziato."
"E' solo una cosa temporanea. E' vero che sembra una frase fatta, ma davvero hai solo bisogno di tempo. Appena puoi, esci. Divertiti, ridi. Come tu hai donato tutta te stessa a lui, lui ha fatto altrettanto con te. Glielo devi. Hai da vivere per due adesso. Perché solo con te può continuare ad esistere."

... esistere ...

Avevo guardato l'anello solo per un momento prima che si appannasse anche la vista dall'unico occhio sano. Il suono era iniziato basso in fondo alla gola, quasi soffocato, per poi esplodere e sollevarsi in un grido disperato, straziante e carico di rabbia . Talmente tanto lungo e liberatorio da far correre un paio di infermieri sino alla camera pronti a sedarmi.
Li aveva fermati con un cenno della mano Gerard mentre mi accasciavo da sola a terra. 

Lui non esiste più. 
Non esiste più. 
Esiste più.
... più.

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Stai cedendo all'autocommiserazione? Una vera guerriera non lo farebbe. E un vero psicologo, che sia serio, non direbbe mai nulla del genere ad un suo paziente.

Gray
_ . _ . _
Sono un medico, non un guerriero.
Ho combattuto anche sin troppo per una vita sola senza essermi arruolata.

Zoey
_ . _ . _
Eppure sei spinta all'agonismo feroce. Vuoi vincere. Questo significa voler combattere. La vita è una lotta, Zoey. E' una lotta continua. Lottiamo tutti, con o senza divisa ufficiale.

Gray 
_ . _ . _
Si, vero...e cosa mi ha portato, Gray?
A sputare sangue, a ferirmi ogni volta e a rimanere con un pugno di mosche. Sono stanca. Tanto. Stanca.

Zoey 
_ . _ . _
So cosa vuol dire perdere qualcuno che si ama. Credimi, lo so. So come ci si sente. So quanto ostile e vuoto e freddo diventa il mondo. Ma so anche che si può trovare la forza di andare avanti. Col tempo, si può perfino imparare ad amare di nuovo.
Arrenderti a quella stanchezza non è la soluzione. Trova una ragione, una qualsiasi, che ti spinga ad alzarti dal letto la mattina e andare avanti. Trova qualcosa che sia importante per te e che ti aiuti a superare questo momento. Aggrappati a quello, e continua a camminare.
Con il tempo, le ferite si rimarginano. Le cicatrici rimangono, dimenticare è impossibile. Ma ricordare farà un po' meno male. E i buoni ricordi aiutano.

Gray 
_ . _ . _
A che cosa ti sei aggrappato tu e...quanto tempo c'hai messo per poter "amare di nuovo"?

Zoey 
_ . _ . _
Io avevo una missione da compiere, uno scopo. Ce l'ho ancora. La giustizia, raddrizzare le cose, something like that.
Quanto al tempo, My dear friend: non c'è una ricetta unica per tutti. Ognuno ha i suoi modi e i suoi tempi. E, soprattutto, ognuno ha la sua storia e i suoi demoni da affrontare giorno dopo giorno. perciò non ti dirò quanto tempo è occorso a me, perché tu non hai bisogno di fare paragoni.
Tu hai bisogno solo di affrontare il tuo lutto e trovare un modo per superarlo. Prima o poi, in qualche modo, se ne esce.

Gray



e se non trovassi ragioni per cui continuare a combattere?

venerdì 1 agosto 2014

Separazioni e addii


"Perchè le separazioni sono così strazianti? Forse perchè tutto ti ricorda quella persona, e quindi la tua perdita.Le vostre canzoni preferite dei Green alla holotv, gli hot dog sulla panchina sbilenca del parco dove vi siete detti il primo "ti amo", non meravigliatevi se per le successive 24 ore non farete che piangere. Quando le persone vedono le immagini dei propri cari, il nucleo caudato dei loro gangli basali si inonda di dopamina. Anche la droga e la nicotina stimolano l'aumento di dopamina. Così, quando provate a smettere di fumare, o di mangiare dolci, il vostro cervello anela quella sostanza nello stesso modo in cui anela quella persona che non rivedrete mai più. Ecco perchè, quando siete innamorati non è essere come tossicodipendenti.Siete tossicodipendenti, letteralmente. E, come tutti noi sappiamo, smettere è uno schifo."
(lezione di psicologia - Eleria, 2511)
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"Un incidente mortale ha coinvolto il giovane Kevin Miller di 33 anni. L'uomo, stava tornado a casa per degli affari di famiglia quando ha perso il controllo del mezzo e si è schiantato contro un muro. Il giovane è arrivato al General Hospital di Yindu solo per morire sotto i ferri poche ore dopo [...]"


    Credo che il mio professore di psicologia avesse ragione. Credo che l'amore sia una droga, e la mia mi ha abbandonato per sempre. 
Stanotte Lee ha dormito con me, gliene sarò per sempre grata. Faccio fatica ad addormentarmi senza la presenza di qualcuno nel letto che mi coccola i capelli. Gray sembrava sconvolto da quello che gli ho detto, ma, d'altronde, la morte non lascia mai indifferente nessuno. 


Ho rilasciato la mia intervista per non pensare. 
Ho ripreso a lavorare in ospedale per non pensare. 
Sto facendo l'impossibile per non pensare. 


    E poi arriva lui, Owen Dunham, un uomo quasi invadente sotto certi aspetti, nel modo di osservarmi. Ma sono stati un paio di suoi gesti, modi di fare, a uccidermi, e il suo sorriso da faccia da schiaffi.
Mi sono dovuta trattenere dallo scoppiare a piangere, ha anche la stessa insistenza per certi versi, anche se, almeno in apparenza, pare essere più fine nei modi, invece di quelli più materiali e diretti di Kevin. 
Per qualche istante, mi è sembrato di poter parlare ancora una volta con lui.
Per qualche istante, mi è sembrato di potergli dire addio.