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lunedì 7 luglio 2014

Nightmare



Quando le paure diventano reali, gli incubi ti soffocano

"Ancora ti porti dietro quegli stupidi quadri? Che fine ha fatto il primo?"
"Cosa ci fai qui?" la voce mi tremava
"E' il modo di salutare il tuo vecchio? C'ho messo due mesi a trovarti!"
"Tu non dovevi trovarmi, e come hai fatto a entrare?"
"E' proprio un buon padre di famiglia Bill, s'è sciolto quando gli ho mostrato la foto di quando avevi dodici anni, ma come dargli torto. E' anche la mia foto preferita."

Malsano, ecco che cosa è sempre stato George Miller, un violento psicopatico. S'era scolato le birre che avevo preso per Elian e Sebastian e che, dopo la serata andata male, erano rimaste in frigo.
Puzzava di birra e quegli occhi scuri mi hanno pietrificato. Ho provato a urlare, ribellarmi... ha solo aumentato la violenza con cui ha sfogato su di me tutta la sua frustrazione. 
L'alito lo sentivo sulla pelle, vorace e devastante più di quanto ricordassi. Il dolore era ovunque, nei miei occhi, sulla pelle, nei miei polmoni, intestini, nelle profondità più intime del mio stesso animo. Era talmente tanto intenso che, alla fine, mi sono distaccata da tutto. 
Non percepisco niente. Non sento niente
La paura ha lasciato il suo posto all'apatia, il grido disperato all'afasia