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mercoledì 24 settembre 2014

Rewind




   Arrivare a casa e scoppiare in singhiozzi in una pozza d'acqua, tra i miagolii del proprio gatto e lo scrosciare dell'acqua di fuori. Lacrime che si mischiano alla pioggia, una corsa a prendere il primo taxi disponibile con quel poco che mi ero portata dietro.

Ti prego,

   Osservarlo mentre si medica la ferita da solo imperterrito. Un fantasma...sono diventata come un fantasma. Inesistente, inutile, fastidioso.

non...

    Il pugno contro il muro che mi fa sussultare, il sangue che, lentamente cola macchiando il parquet chiaro. 

"Mi stai facendo male"
"Dimmi perché"

guardarmi così.

    La morsa della sua mano sul mio braccio che mi evitava di fuggire da quel momento. La furia dei suoi occhi traditi. Il dolore nel sapere di averlo deluso, come uno squarcio in pieno petto, una pugnalata o un pugno nello stomaco dato con tutta la violenza di cui si possa essere capaci.

"Scusami"

Ti prego,

    Occhi pieni di lacrime. Rendersi conto della cazzata che si è appena commessa, di aver distrutto in un singolo istante la base fragile di un'amicizia. Vederlo arrabbiarsi, allontanarsi, alzarsi e spostarsi da te.

"Ho capito che dovevo proteggerti."

ti supplico,

    Cuore che si apre improvvisamente facendo penetrare il calore dei raggi del Sole tenuti a distanza da tende pesanti. Sorriso che si allarga sincero, trasportato dal vento che ha spalancato la finestra sull'angolo più recondito di me.
Labbra che si uniscono in un tocco morbido ed istintivo, solo per svelare la più cruda verità:

non odiarmi.