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venerdì 19 settembre 2014

Honesty and secrets



"Conoscevo già da prima Ryan. Convivevamo assieme a Dogtown un po' di tempo fa."
"..."
"Eravamo amici, siamo andati a letto alcune volte, ma eravamo principalmente amici."
"..."
"Volevo che lo sapessi da me."
"..."
"Questo cambia qualcosa tra me e te e tra te e lui?"

    Ho sempre ricercato la sincerità, l'onestà e la lealtà come acqua in un deserto. Sarà perchè nella mia famiglia sono sempre state totalmente assenti, dove l'apparenza era più importante della sostanza, dove non era importante quello che si diceva, ma come si diceva.
Così, se avessi anche mandato a fanculo un tizio con un tal garbo e cortesia da renderlo voglioso di partire il prima possibile, andava bene.
Sono cresciuta diffidando dei sorrisi, guardando con attenzione coloro che elargivano complimenti come caramelle e dalla battuta pronta, amati da tutti, nonostante io, per assurdo, sono stata programmata per tutta la mia educazione a essere così.

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"Zoey dritta con quella schiena e la vuoi smettere di frignare? Era solo una serva. Schiava per di più"

    Annah, la mia tata, colei che mi era sempre stata accanto al posto di mia madre.
Ho imparato ad amare il prossimo e la natura osservandola. Mi ha insegnato a riconoscere le piante medicinali e, nonostante fosse una "schiava" come diceva con disprezzo mia madre, vi era una dignità nei suoi occhi pari a quella di una regina. 
Era stato uno shock trovarla impiccata in camera sua, non ho mai saputo il perchè, nessuno osava parlarne in casa ma, ancor meno, nessuno poteva fare domande. Piangere per lei.

"Cosa penserebbero i vicini?"

L'ho odiata.

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Segreti.

   Porto sulle spalle alcuni dei segreti di chi voglio bene, parole pesanti, profonde. Alcune dette in un sussurro, altre tra le lacrime, eppure chi dovrebbe (o vorrebbe) diventare il mio unico confidente, non è in grado nemmeno di essere totalmente onesto e sincero con me.
La consapevolezza di quello mi aveva fatto sanguinare nuovamente il cuore. Altra fiducia tradita e, non so perchè, ogni volta che succede, mi pervade un totale senso di abbandono.


"Non è cambiato nulla tra me e te Lee [...]"

poche ore più tardi


      Avevo fatto la strada di corsa, preso l'ascensore sino all'ultimo piano e suonato al campanello. Henner era stordito e decisamente assonnato, ma si era svegliato istantaneamente vedendomi in lacrime.

"Cos'è successo?"

     L'avevo solo abbracciato chiedendogli di poter dormire nella stanza degli ospiti non chiedendomi nulla. Aveva sospirato e mi aveva fatto entrare. Non aveva chiesto nulla dandomi una sua maglia come pigiama.
Mi sono addormentata esausta subito dopo, non ho sognato, anzi, al mattino ho fatto fatica a ricordarmi dove fossi.
Sulla porta un foglietto.

Fatti una copia delle chiavi di casa. 
Henner
ps: ci sono i pancakes caldi in cucina.

    
    Avevo sorriso per la delicatezza che un gigante simile riesce ad avere. Gliene avevo lasciato un altro sulla porta di camera sua.

Ti ho preso in parola, basta che non mi dai un colpo di Karate sul collo se una notte dovessi entrare cercando di non far rumore per usare la camera degli ospiti.
Buoni i pancakes, ma io li faccio meglio, comunque Grazie.
Ah...dimenticavo una cosa importante. 
ti voglio bene Shifu.