Erano anni che non annegavo nelle mie lacrime. Anni.
Ho imparato a sostenere il dolore che porto sempre con me, ma non ero pronta a sopportare il peso di un altro animo stanco e così ho ceduto.
"Ho visto mia cugina venire violentata [...]"
Non ho più sentito niente dopo. Perché quella maledettissima parola ha risvegliato i miei mostri, gli incubi, catapultandomi in altri luoghi, con altre mani, altri occhi ed altre sensazioni
"Urla! Ti voglio sentire urlare, come quella puttana di tua madre."
E più mi incitava a gridare, più tacevo.
"Zoey, ti prego..calmati"
Non riuscivo nemmeno a sentire la voce di Gustav che mi teneva abbracciata come una bambina. Cercava di farmi calmare. Ha iniziato a cantare per me, dolce come una nenia per i bambini, continuando a coccolarmi con una premura unica e, per la prima volta, ho capito che cosa volesse dire avere un padre.